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Come si apre un’Associazione?

Avete passione, motivazione, vuoi fare qualcosa per gli altri e aprire un’associazione? Leggete qui e scoprirete come fare, passo dopo passo.

Avete una forte motivazione personale che vi spinge a promuovere azioni concrete a favore di altre persone o della comunità oppure vuoi riunire uomini e donne che hanno le tue stesse passioni o problemi. 
In pochi step ti riportiamo le cose che dovrete fare, le domande che dovete porvi, le alternative che vi si presentano. Non tutti gli adempimenti sono semplici, ma con le informazioni giuste e la tua forte motivazione, tutto sarà alla vostra portata.

Primo step – Il “non statuto”
L’errore che tutti fanno è iniziare con lo statuto, cioè con il documento che riporta le regole di convivenza e di funzionamento dell’ente. Sbagliatissimo.
Se proprio devi scrivere qualcosa scrivi quali sono le finalità (alte, da perseguire, ideali): se vuoi aiutare persone con disabilità, la finalità potrebbe essere quella di “migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità in tutti gli aspetti della loro vita”;quali saranno le attività (concrete, declinate in via generale e poi per punti): seguendo l’esempio di prima, possiamo pensare che le attività possano essere
dare assistenza sociale direttamente alle persone (e poi definire con maggior precisione) aiutare le famiglie con gruppi di auto e mutuo aiuto
promuovere i diritti delle persone con disabilità, ricordatevi che le attività sono definite in via esemplificativa e non esaustiva.

Un consiglio: non devi scriverle tu le finalità e le attività ma “voi”. Non esiste un’associazione fatta da una persona. Cogliete l’occasione di co-scrittura per passare una serata insieme ai sodali. Pensate che tra qualche anno ricorderete la sera nella quale avete deciso di fare qualcosa per …

Secondo step – Ma la mia idea è “senza scopo di lucro”?
Sappiate che l’espressione “senza scopo di lucro” non è di immediata percezione per nessuno ed è bene – perché voi non perdiate tempo e denaro –chiarite al vostro gruppo di costituenti cosa volete realmente fare.
Le possibilità sono due:

Intendete costituire un ente e non intendete avere alcun ritorno economico/patrimoniale, se non “eventuale”; non costituite l’ente per ottenere un reddito, e al massimo richiedete il rimborso per spese reali e certificate che affronterete quindi;
Volete creare l’ente perché ritieni che la tua professionalità e passione possano essere di aiuto ad altri e – dato che impiegate tempo e professionalità dunque ritenete giusto essere pagati.
Nel primo caso state in effetti costituendo un ente senza scopo di lucro, nel secondo hai voglia sì di impegnarti nel “sociale” ma hai una sanissima volontà egoistica ad ottenere un ritorno adeguato al lavoro che impiegate, ed è difficile che se anche gli altri sodali hanno la stessa volontà l’ente possa dirsi “senza scopo di lucro”.
Nel primo caso potrete costituire un’associazione, una fondazione, un comitato ecc. Nel secondo caso potrete costituire un’associazione ma tra professionisti, una cooperativa o cooperativa sociale, un’Impresa sociale, una società benefit o un’azienda vera e propria.

Terzo step – Da dove verranno le risorse
Che sia un ente che in prospettiva richiederà molti soldi o un’organizzazione a budget basso la domanda sulle risorse è comunque molto importante.
Dovete chiedervi se il tipo di intervento che la vostra organizzazione promuoverà smuoverà le coscienze di molti (perché aiuterete i poveri, gli animali …) oppure se sarà possibile reperire risorse soprattutto vendendo beni o servizi a soci e a terzi.
In questo momento non vi interessano gli effetti fiscali di una o l’altra strada, perché stiamo parlando non di una tua scelta ma se l’attività viene percepita come bisognosa e meritevole di un aiuto (pubblico, privato) oppure se esista o meno un mercato dove le persone percepiscono per se stesse l’utilità e la plausibilità dell’acquisto di beni e servizi.
Questa analisi ci serve sia per capire la sostenibilità del progetto sia la tipologia di ente che dobbiamo o possiamo costituire. Ad esempio, se scopriamo che il mercato langue, che pochi comprerebbero i nostri beni o servizi, dobbiamo abbandonare l’ipotesi di impresa sociale o cooperativa sociale in quanto esse si basano soprattutto su entrate che hanno natura di corrispettivo.

Quarto step – Mettiamo le cose assieme 
Uniamo l’assenza di scopo di lucro, le finalità e le attività, la sostenibilità delle attività (e quindi da dove verranno le risorse) e abbiamo un canovaccio già più completo per ridurre le opzioni; intendiamo dire che se sei ancora lì che ti chiedi se fare un’organizzazione di volontariato o una cooperativa sociale devi tornare al secondo e terzo step.
Se le opzioni sono tra associazione di promozione sociale e organizzazione di volontariato, vuol dire che sei già avanti. Ti basta solo sapere cosa è una associazione di promozione sociale e cosa è un’organizzazione di volontariato.
Tieni conto che l’analisi tra le diverse opzioni dovrà tenere conto anche della variabile fiscale. Su Risorse trovi molte pagine che possono aiutarti a dipanare la matassa fiscale, ma forse è anche giunto il momento di rivolgerti ad un commercialista esperto di enti non profit. Trovi i migliori su fornonprofit.it – o ad un Centro di servizio per il volontariato.

Quinto step – Lo statuto, finalmente
Ora sì, è arrivato il momento di scrivere le basi dello statuto. Per una semplice associazione non è necessario il notaio; per alcune tipologie, APS e ODV, sono necessari almeno 7 soci costituenti. Comunque l’atto deve essere scritto e registrato. Successivamente – sempre che vogliamo entrare nel novero degli ETS – dobbiamo presentare un’istanza al RUNTS.

Qui gli adempimenti aumentano. Lo statuto è uno scoglio non da poco; presenta forti tecnicità, richiede inserti obbligatori per legge, possono presentarsi alcune opzioni diverse a seconda di voler favorire la snellezza dei processi interni o la sicurezza di non far entrare chiunque. E’ giunta l’ora di fare due chiacchiere con un esperto di statuti per il non profit. Trovi i migliori su fornonprofit.it – o con un Centro di servizio per il volontariato.

Non sprecare tempo a scrivere il tuo statuto; non copiare statuti di amici, cugini, non scaricare statuti da internet. Fai tutto ciò che non ti fa perdere tempo.

Sesto step – Ora si parte

Una volta definito lo statuto (da soli? buona fortuna!), bisogna riunire i soci fondatori – che non hanno diritti particolari, ricordiamocelo! – e costituire l’ente.

Articolo ripreso da: ItaliaNonProfit.it