Per accedere alle Videoguide e alla documentazione in PDF scaricabile è necessario accedere con i dati forniti in fase di registrazione dal nostro staff.

Il Domicilio Digitale: La Comunicazione 2.0

Un traguardo atteso, per un progetto che dovrebbe semplificare molti aspetti della comunicazione PA-cittadino.

Dopo anni di attesa permetterà di spostare su un canale digitale le comunicazioni, con la PA, che sono rimaste finora su casella di posta cartacea.

Un domicilio digitale è tipicamente una casella PEC (posta elettronica certificata) che individua un “luogo virtuale” dove possono essere mandate comunicazioni all’entità giuridica, sia essa PA o professionista o azienda. Ora anche ai privati. E’ come il domicilio fisico, ad esempio “nome.cognome@gestorepec.it”.

Di identità digitali ne abbiamo tante (Facebook, Google, Amazon, eBay), ora potremo avere anche un domicilio digitale, dove essere raggiungibili dalla PA qualunque sia la nostra locazione fisica (es. una notifica potrà essere mandata via pec anche se siamo all’estero.

Le persone che possono eleggere il proprio domicilio digitale mediante iscrizione nell’elenco INAD sono:

  • le persone fisiche che abbiano compiuto il 18° anno di età e abbiano la capacità di agire;
  • gli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese.

L’indice delle persone fisiche era molto atteso (e su questo porremo l’attenzione), perché potrebbe portare una rivoluzione nel modo di dialogare della PA con i cittadini. Infatti la PA potrebbe mandare, se io sono una persona che ha un domicilio digitale dichiarato e ufficiale, delle comunicazioni, notifiche e quant’altro all’indirizzo pec dichiarato.

Le comunicazioni digitali tra PA e cittadini/imprese rappresentano una vera rivoluzione tecnologica, perchè – visto che hanno valore legale di notifica – possono comportare notevoli risparmi di tempo e di risorse, che in questo momento vengono impiegati in attività manuali (ES: gestione delle notifiche cartacee, accesso fisico all’abitazione delle persone, invio con raccomandata A/R, mancata notifica per domicilio sconosciuto o irreperibilità, ecc.).

In particolare, ora le notifiche sono collegate al territorio in cui è situato il domicilio fisico, che verrebbe invece superato con l’indirizzo PEC registrato nell’indice nazionale, quindi l’invio della comunicazione potrebbe essere direttamente fatto dall’Ente mittente, senza il tramite del Comune di residenza.

La PEC – da quanto si evince – sarà in completa gestione del privato (che dovrà acquistarla, gestirla, tenerla attiva e registrala in INAD, oltre che preoccuparsi di tenere aggiornati i dati INAD in caso di cambiamenti) in modo che il dato nel registro sia sempre “fresco” e pronto all’uso; spetta invece ai gestori l’aggiornamento del dato in caso di cessazione del contratto con il privato (ES: in caso di mancato pagamento del canone periodico).

L’iscrizione dell’indirizzo PEC presso INAD potrà essere effettuata mediante un portale con cui accedere tramite CNS, CIE, SPID, utilizzando al meglio le piattaforme abilitanti già previste dal piano triennale.

Il primo aspetto da valutare è l’integrazione con IO. Le Amministrazioni quindi potranno scegliere se mandarmi messaggi su IO (senza valore legale) o sulla PEC (con valore legale)?

Il domicilio digitale permetterà inoltre un altro importante salto di qualità, per quanto riguarda il pagamento delle violazioni al Codice della Strada con PagoPA. Ad oggi la normativa prevede che possa pagare a sconto del 30% una multa se la pago entro 5 giorni dalla notifica (giorni estesi a 30 nel periodo COVID19). Il problema è sapere quando avviene la notifica, perché la notifica attuale è cartacea e fatta dal gestore che consegna (es. Poste), ma può anche essere che il cittadino non si trova a casa (domicilio fisico)  e poi vada in Posta a ritirare la multa a seguito messaggio di giacenza presso le Poste.

Quindi la data di notifica non è precisa se il processo avviene in modalità tradizionale cartacea. Invece, con il domicilio digitale la notifica potrebbe essere immediata.

Il secondo aspetto che potrebbe essere interessante riguarda anche i rapporti C2C (cittadino to cittadino): potrebbe essere  possibile mandare PEC tra cittadini in base ai diversi ruoli (es. locatore o locatario) semplificando la comunicazione via raccomandata e riducendo i tempi e i costi di comunicazione.

Terzo aspetto– da valutare in un prossimo futuro – è l’aggiunta di una dichiarazione di un domicilio bancario (iban), da manutenere a carico del cittadino. Immaginiamo in una situazione simile a quella attuale, dove, invece di dover dichiarare  l’iban dove  inviare i soldi del bonus baby sitter, che lo Stato possa controllare su INAD l’iban associato al vostro domicilio digitale. Questo potrebbe accelerare nettamente la ricezione del bonus.

Fino ad arrivare alla possibilità che – mediante algoritmi e basi dati incrociate – potrebbe essere anche automatica l’individuazione del diritto ad ottenere un certo tipo di bonus, e quindi il cittadino potrebbe già ricevere i soldi sul conto senza nemmeno averli richiesti e nell’arco di poco tempo).

E’ comunque importante che queste linee guida siano arrivate dopo anni di attesa,  perchè rappresentano una grande semplificazione della comunicazione PA-cittadino.

 

Articolo ripresa da: Agenda Digitale.Eu